GLI IMPATTI SULLA SALUTE A LUNGO TERMINE DELL’INCIDENTE DI SEVESO

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Pier Alberto Bertazzi
Angela C. Pesatori
Dario Consonni

Abstract

L’incidente ‘Seveso’ del 10 luglio 1976 provocò la formazione e la fuoriuscita di 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-para-diossina (TCDD) dallo stabilimento chimico ICMESA che produceva triclorofenolo. Parte del territorio circostante dei comuni di Seveso (principalmente), Meda, Cesano Maderno e Desio ne risultò contaminato. Sono stati condotti studi di lungo periodo su mortalità e incidenza di tumori nei residenti delle tre zone definite a contaminazione decrescente sulla base delle analisi compiute nel terreno: zona A, la più inquinata con circa 800 residenti; zona B, meno inquinata con quasi 6.000 residenti; zona R con oltre 30.000 residenti e inquinamento minore e meno diffuso. I risultati delle popolazioni residenti nelle zone inquinate sono stati posti a confronto con quelli della popolazione di undici comuni circostanti (oltre 200,000 persone) non interessati dall’inquinamento da TCDD. Nelle zone esposte, nel corso dei quarant’anni successivi all’incidente, non si è osservato aumento né della mortalità complessiva né dell’incidenza di tumori totali. All’indagine di incidenza, l’insieme dei tumori ha mostrato invece un aumento in un gruppo selezionato di donne delle zone A e B (circa 900 persone) per le quali erano disponibili le misurazioni di diossina nel plasma che mostravano valori molto elevati. L’indagine su tutta la popolazione delle diverse zone ha messo in luce un aumento delle neoplasie ematologiche (leucemie e linfomi) nei primi trent’ anni di osservazione in zona A e B, con 66 casi osservati contro 44 attesi (rischio relativo, RR =1,5); trascorsi trent’anni, non si sono osservati ulteriori incrementi. Suggerimenti di un aumentato rischio di tumore alla mammella nelle zone più contaminate non sono risultati del tutto coerenti e non hanno trovato conferma in altri studi. Tra i maschi si è osservato in alcuni periodi post-incidente un incremento di tumori al colon-retto in zona A e B, ma l’associazione con esposizione a diossina non è definita. Nel primo decennio post-incidente si è notato un aumento della mortalità per malattie cardiocircolatorie nella zona A, soprattutto tra i maschi (RR=1,6): potrebbe trattarsi di un effetto legato alla diossina, ma congiuntamente (o forse prevalentemente) anche delle conseguenze della pesantissime condizioni di stress sofferte da quella popolazione. La frequenza di diabete è risultata elevata, con un andamento non coerente, tuttavia, per esposizione e per sesso. I risultati di un sospetto incremento di tumori di mammella e colon-retto, oltre a quello di diabete, sono importanti anche da un punto di vista di prevenzione secondaria: si tratta infatti di patologie per le quali esistono screening di provata efficacia offerti gratuitamente dal servizio sanitario nazionale. L’incremento di neoplasie linfo-emopoietiche trova conferma in precedenti studi di popolazioni accidentalmente esposte a TCDD e sembra documentare un effetto legato a esposizione a TCDD.

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