IL QUADRO NORMATIVO AMBIENTALE NELLA LAGUNA DI VENEZIA. PROPOSTA DI NUOVA PROCEDURA DI GESTIONE DEI SEDIMENTI

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Elisa Morabito
Fabiana Corami
Paolo Cescon
Anna Volpi Ghirardini
Andrea Gambaro
Carlo Barbante

Abstract

In un articolo riguardante l’analisi della legislazione nazionale ed europea sulla qualità e gestione dei sedimenti è stato evidenziato come, nel caso di ecosistemi fragili e complessi come la laguna di Venezia, per l’ottimale gestione di sedimenti, sia indispensabile aggiornare la legislazione vigente, grazie all’apporto di nuove conoscenze acquisite dalla comunità scientifica. Nonostante il quadro legislativo negli ultimi anni si sia arricchito, la gestione dei sedimenti lagunari è una problematica rilevante ancora da risolvere, oggetto di serrato dibattito. Per consentire la viabilità navale in laguna sono necessari il dragaggio e la movimentazione periodica d’ingenti quantità di sedimenti, spesso fortemente contaminati. Queste operazioni sono disciplinate dal protocollo d’intesa del 1993, che determina il destino dei sedimenti dragati in base alle concentrazioni totali di alcuni inquinanti. Come ormai riconosciuto da decenni nella comunità scientifica però, le concentrazioni totali non danno indicazioni circa la reale tossicità, piuttosto ne costituiscono un face value. Il Protocollo risulta quindi ormai obsoleto poiché adotta un approccio puramente tabellare e non è basato sull’effettiva tossicità dei sedimenti e quindi sul rischio dovuto ad una loro movimentazione. È perciò necessario un approccio legislativo differente che implementi le più recenti conoscenze scientifiche per valutare la reale pericolosità dei sedimenti e che comprenda la legislazione europea recente. La linea guida proposta per la gestione e movimentazione di sedimenti lagunari, ma applicabile anche in altri ambienti, è frutto di approfondite ricerche scientifiche rivolte in particolare alla relazione tra biodisponibilità e tossicità. Essa prevede l’applicazione di un approccio TRIAD: dall’integrazione delle concentrazioni totali degli inquinanti, delle concentrazioni biodisponibili dei metalli e della tossicità, s’individuano sette diversi gradi di pericolosità dei sedimenti da movimentare, in base ai quali sono proposte diverse destinazioni o trattamenti. Procedendo in tal modo si superano i limiti dell’approccio puramente tabellare, s’implementano nozioni fondamentali della legislazione europea e, sulla base del principio   di precauzione, si considerano il rischio per l’ambiente e la salute umana.

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Articoli di ricerca