RIMOZIONE DI CROMO DA LIQUAMI: VALUTAZIONE DELL’UPGRADING DI UN DEPURATORE DI REFLUI E RIFIUTI INDUSTRIALI

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Andrea Re
Elisabetta Zanardini
Domiziano Ivan Basilico
Marcello Rigon
Marco Vanotti
Cristiana Morosini

Abstract

La Decisione di Esecuzione 2018/1147 prevede un nuovo e più restrittivo limite allo scarico per il cromo, fissato a 0,01-0,3 mg L-1, tale prescrizione, per gli impianti esistenti, dovrà essere rispettata entro quattro anni dalla sua notifica. Il presente studio si è prefisso l’obiettivo di valutare, tramite lo svolgimento di Jar Test atti a testare l’attuale efficienza dello stadio di chiariflocculazione, l’upgrading di un impianto di depurazione di reflui e rifiuti industriali, al fine di comprendere se tale intervento possa essere sufficiente per rispettare il futuro limite normativo.


Le prove svolte suggeriscono come sia essenziale un intervento di correzione delle tempistiche ad oggi adottate nel trattamento chimico-fisico, passando da 20 a 3 min per la coagulazione e da 7 a 30 min per la flocculazione. Utilizzando i reagenti normalmente impiegati nell’impianto, si è riscontrato un pH ottimale, per l’abbattimento del metallo, compreso nell’intervallo 8,0-8,5, ed è stato dimostrato che, aumentando del 50% i dosaggi, non si verificano incrementi significativi delle efficienze di rimozione. L’uso di latte di calce (attualmente non dosato), invece, ha portato ad ottenere risultati migliori a pH maggiori. Gli esiti dei Jar Test hanno inoltre evidenziato come il cromo residuo risulti trovarsi prevalentemente in forma disciolta: su questa è stato quindi valutato l’effetto del trattamento biologico, la cui efficienza di abbattimento si è mediamente attestata sul 20%, presentando però un importante range di variabilità. Infine, l’adozione di un eventuale trattamento di affinamento, mediante i reagenti impiegati nell’impianto, ha mostrato un’ulteriore rimozione di cromo disciolto del 16-20% circa.


Tutte le soluzioni individuate, tuttavia, non sono sufficienti a garantire un adeguato margine di sicurezza rispetto al nuovo limite; sarà quindi indispensabile valutare l’implementazione di tecnologie specifiche per la rimozione avanzata del metallo.


hanno inoltre evidenziato come il cromo residuo risulti trovarsi prevalentemente in forma disciolta: su questa è stato quindi valutato l’effetto del trattamento biologico, la cui efficienza di abbattimento si è mediamente attestata sul 20%, presentando però un importante range di variabilità. Infine, l’adozione di un eventuale trattamento di affinamento, mediante i chemicals impiegati nell’impianto, ha mostrato un’ulteriore rimozione di cromo disciolto del 16-20% circa.


Tutte le soluzioni individuate, tuttavia, non sono sufficienti a garantire un adeguato margine di sicurezza rispetto al nuovo limite; sarà quindi indispensabile valutare l’implementazione di tecnologie specifiche per la rimozione avanzata del metallo.

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Articoli di ricerca