STIMA DEI GRADI-GIORNO PER LA VALUTAZIONE DEL FABBISOGNO ENERGETICO NAZIONALE NEI PROSSIMI DECENNI

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Paola Faggian
Giuseppe Maurizio Riva
Riccardo Bonanno

Abstract

Il fabbisogno energetico per riscaldamento/raffreddamento è fortemente legato alle condizioni meteorologiche, con i picchi di domanda correlati ai valori estremi di temperatura. Per la sua stima si utilizzano gli indici “gradi-giorno” (DD) per riscaldamento e raffrescamento, definiti come differenza tra la temperatura-base (temperatura di comfort rispetto alla quale la richiesta energetica è minima) e la temperatura esterna media giornaliera. Convenzionalmente, i due indici si calcolano su base annuale (HDD e CDD rispettivamente), sommando tali differenze per tutti i giorni dell’anno. Utilizzando i campi di temperatura media giornaliera forniti da due data-set di riferimento (E-OBS 1961-2016 e MESAN 1979-2013) e da 10


simulazioni modellistiche (Progetto ENSEMBLES, 1961-2050), sono stati stimati i gradi-giorno per l’Italia, nelle condizioni attuali e future, applicando due algoritmi: JRC/MARS (J) e Giannakopoulus (G). Il primo criterio è stato considerato perché di riferimento europeo, il secondo perché adottato nel Progetto Europeo ENSEMBLES. Come atteso, si ottengono stime sostanzialmente diverse (i valori dedotti da G risultano considerevolmente più bassi rispetto alle stime J) per effetto dell’uso di valori diversi di temperature base. Essendo il fabbisogno energetico correlato alle volumetrie di edificato termoregolate, il calcolo dei gradi-giorno medi nazionali è stato affinato valutando i DD medi nazionali pesati con la distribuzione della popolazione sul territorio quale variabile proxy della distribuzione spaziale dei fabbisogni energetici. Le stime HDD sono risultate sensibilmente ridotte (~20%) rispetto a quelle ottenute come semplice media delle temperature, mentre i valori CDD sono risultati leggermente superiori o molto simili ai precedenti. Si sono quindi analizzate le variazioni percentuali dei gradi-giorno attesi nei prossimi decenni, secondo le due metodologie. Usando il criterio J, le proiezioni indicano una sostanziale riduzione degli HDD (~25% nel 2050) e un significativo aumento dei CDD (~100% nel 2050), coerentemente con l’aumento termico previsto. Applicando G, la riduzione degli HDD è circa la stessa, risulta invece più spinto l’aumento dei CDD (~140% a metà del secolo).

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Sezione
Articoli di ricerca
Biografia autore

Paola Faggian, RSE – Ricerca per il Sistema Energetico, Milano

Sviluppo sostenibile e Fonti Energetiche