EFFETTI DEGLI INTERVENTI DI CONTRASTO ALLA DIFFUSIONE DEL COVID19 SULLA QUALITÀ DELL’ARIA IN PIANURA PADANA

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Federico Riva
Giovanni Lonati

Abstract

In questo lavoro si è analizzata l’evoluzione dello stato della qualità dell’aria nella pianura padana (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto) nei primi sei mesi del 2020 in cui l’usuale regime delle fonti emissive ha subito forti variazioni per i provvedimenti progressivamente attuati per il contenimento della pandemia causata dal virus SARS-COV2, fino all’attuazione del cosiddetto lockdown. Le analisi vertono sul confronto dei dati di qualità dell’aria del 2020 rispetto al periodo 2014-2019 ed hanno riguardato i principali inquinanti (NO2, PM10, PM2.5, C6H6, NH3) rilevati dalle reti ARPA di monitoraggio della qualità dell’aria, estendendosi anche alla composizione del materiale particolato relativamente a benzo(a)pirene, arsenico, cadmio, nichel e piombo.


I risultati evidenziano che la riduzione delle attività antropiche ha avuto effetti diversi sulle presenze atmosferiche degli inquinanti considerati. Le riduzioni più consistenti e persistenti delle concentrazioni nel periodo di lockdown, prolungatesi anche dopo la revoca dei provvedimenti restrittivi, hanno riguardato gli inquinati associati al traffico veicolare (NO2 e C6H6) e sono state più marcate nei grandi agglomerati urbani, e, più in generale, in tutte le stazioni principalmente esposte alle emissioni del traffico. La riduzione delle polveri (PM10 e PM2.5), dovute non solo alle emissioni primarie del traffico ma anche, soprattutto in alcune aree, alla combustione domestica di biomasse ed alla formazione secondaria, è stata invece meno rilevante. L’effetto meno marcato del lockdown sull’attività delle sorgenti di combustione di biomassa trova riscontro anche nella presenza in atmosfera di benzo(a)pirene, tipico tracciante di tale fonte, i cui livelli sono rimasti sostanzialmente inalterati nel 2020, quando non in aumento proprio nel pieno del lockdown. Anche per l’ammoniaca, le concentrazioni del 2020 non mostrano alcuna sostanziale variazione rispetto agli anni precedenti, coerentemente con il fatto che il settore agricolo, non interessato dalle restrizioni, è quasi interamente responsabile delle sue emissioni nella pianura padana.

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Articoli di ricerca