LA PANDEMIA DI COVID-19 IN ITALIA E NEL MONDO E LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE

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Marino Gatto

Abstract

L’Italia e il mondo stanno fronteggiando l’emergenza provocata dalla diffusione globale del virus SARS-CoV-2, il patogeno responsabile dell’epidemia di COVID-19 (CoronaVirusDisease-19). Si tratta di un virus ad RNA della stessa famiglia del virus già responsabile dell’epidemia di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) che colpì il sud della Cina nel novembre del 2002 e reclamò la vita di più di 8000 persone in 29 paesi. Mediante un’efficace opera di isolamento e quarantena degli infetti, la SARS non divenne una pandemia, come purtroppo si è invece verificato per COVID-19. Al 12 aprile 2020 i casi confermati sono quasi 1,9 milioni, i decessi quasi 115.000 e praticamente nessun paese del mondo sembra essere immune dal contagio. La malattia ha un elevato tasso di letalità che colpisce soprattutto le persone più anziane, mentre i casi dichiarati guariti al 12 aprile sono più di 430.000. L’Italia è uno dei paesi più colpiti, per lungo tempo essendo rimasto il primo paese al mondo sia per numero di casi confermati sia per numero di decessi.


È importante mettere l’epidemia di COVID-19 nella giusta prospettiva anche in rapporto al problema della protezione globale dell’ambiente, che è uno dei temi portanti delle odierne politiche volte alla soluzione delle sfide che l’umanità si trova a fronteggiare, dal cambiamento climatico globale alla denutrizione che affligge ancora una buona parte della popolazione mondiale.


Per lungo tempo il rischio di pericolose pandemie, che gli epidemiologi non hanno mancato di mettere in evidenza, è stato minimizzato e considerato una profezia di sventura da guardarsi con sospetto.


È utile perciò dare un’idea relativa alle malattie emergenti (e riemergenti), che si sono verificate negli ultimi decenni.

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Sezione
Editoriale
Biografia autore

Marino Gatto, Dip.to di Elettronica, Informazione e Bioingegneria Politecnico di Milano

Professore ordinario di Ecologia, Politecnico di Milano